Descrizione
Forse Chiusano d’Asti è l’unico paese della provincia ad aver mantenuto in vita la tradizione della “PESSERA”. La testimonianza orale di questo rito propiziatorio ce lo documenta dalla fine dell’ottocento ad oggi.
Intanto bisogna chiarire che la “pessera” è una particolare varietà di abete caratterizzata dal tronco perfettamente diritto al punto da esser utilizzata per gli alberi delle navi.
Ad ogni nascita di un figlio maschio tutto il paese festeggia l’evento portando a spalle, all’imbrunire, una lunga “pessera” in processione per le vie del paese, finendo nell’aia del neonato dove viene piantata dopo esser stata decorata alla sommità con la bandiera d’Italia e altri oggetti che simboleggiano ciò che si augura al futuro uomo. Il tutto naturalmente accompagnato da musica, balli, bevute e cibo offerte dalla famiglia del festeggiato.
Particolare interessante è che a reggere la “pessera” sono solo i coscritti, ovvero i ragazzi della leva di quell’anno più gli uomini che hanno festeggiato la leva dieci, venti, trent’anni prima e così di seguito di dieci in dieci.
Il rito si ripeterà al compimento del diciottesimo anno, alla festa di leva, quando sempre i coscritti porteranno in processione, con canti e balli, la “pessera” e torneranno a ripiantarla nell’aia del festeggiato; questa volta però il futuro uomo dovrà difenderla, per tutta la notte, dal suo abbattimento o furto ad opera dei coscritti di altri paesi limitrofi.
Quello della “pessera” si configura come rito pagano, tipicamente maschile, di accoglimento di un nuovo membro nella comunità.
Dal 19 il rito si è emancipato adeguandosi ai tempi, infatti ha perso la sua prerogativa maschile trasformandosi in festa per tutte le nascite: di maschi e femmine.
Tutto ciò e affascinante, perché attraverso un’usanza tipicamente contadina, fatta di concretezza, oggetti e gesti, possiamo cogliere il fluire della civiltà.
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